Caparezza cantava che “il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista”. Per quanto riguarda organizzare eventi, invece, la seconda volta è già un po' più semplice rispetto alla prima. Si sa già dove mettere le mani, si ha acquisito quel tanto di esperienza che serve per gestire gli imprevisti che fisiologicamente capitano, come trovare una camera libera all’ultimo momento o una moto in più per i fotografi.

Ci sono certamente ancora molte cose che possiamo migliorare, ma questo è anche il bello di creare un evento del genere dal nulla: lo si vede crescere un po’ alla volta, mettendoci del proprio perché diventi ogni anno grande, più bello.

Quello che invece non è cambiato rispetto al 2023 è Pomarance, il borgo in provincia di Pisa che fin dal principio è stato il quartier generale della GeoGravel Tuscany.

Anche quest’anno siamo arrivati lì qualche giorno prima dell’inizio della manifestazione, anche quest’anno ci ha accolti Cesare al Ganesh, che è un po’ la succursale toscana di AT Communication.

Anche quest’anno sono stati giorni di infiniti avanti e indietro dal Piazzone - il bellissimo spazio a ridosso del centro messo a disposizione del Comune di Pomarance - per allestire il villaggio, montare i gazebi, portare tutto il materiale necessario.

Poi è arrivato venerdì pomeriggio con l’inizio ufficiale della seconda edizione della GeoGravel Tuscany affidata, come sempre, ad una festa sotto la tensostruttura a suon di cibo locale (tra le altre cose: tortelloni, grigliata mista e spezzatino di cinghiale), vino toscano (Morellino di Scansano DOC) e musica live di gruppi locali.

Giusto il tempo di riposare e sabato mattina è stato il momento della Social Ride con gli ospiti, gli sponsor e un primo assaggio dei percorsi ufficiali.

Dopo un pranzo veloce tutti di nuovo al Piazzone per l’inizio della prima ride, la più lunga, la più dura, quella dedicata ai temerari dell’Ultra che sono partiti per affrontare 250 km con 5400 metri di dislivello, immersi tra la selvaggia meraviglia della geotermia toscana.

In attesa che i primi dell’Ultra terminassero il primo anello della loro avventura, al Piazzone si è accesa la grande festa del sabato sera, il GeoParty 2024.

Come la sera prima grandi piatti e ottimo vino della tradizione toscana, ma tutto moltiplicato alla decima come le persone arrivate al Piazzone, tra iscritti alla GeoGravel Tuscany, ospiti, amici e i tantissimi giunti dalle vicinanze per godersi una serata certamente fuori dal comune.

Infatti sul palco sono passati personaggi come Paolo Kessisoglu, Luca Paolini, Giovanni Visconti e poi nientemeno che Johan Museeuw, “il Leone delle Fiandre”, tutti grandi amici di Paolo Bettini che non hanno voluto mancare al suo evento.

Ma il momento clou della festa è arrivato subito dopo, quando sul palco è salito uno dei musicisti più importanti a livello nazionale e non solo: il grande Saturnino, la star del GeoParty. 

Lo storico strumentista di Jovanotti ha incantato il pubblico con il suo basso, con il suo sound, con le canzoni suonate fino a notte inoltrata in veste di DJ d’eccezione, e per qualcuno i salti fatti in pista sono diventati una specie di riscaldamento per arrivare direttamente alle pedalate della mattina successiva.

I primi a partire, attorno alle 7:00 di domenica, sono stati i partecipanti del Lungo. Dovevano affrontare 2500 metri di dislivello in 110 km, moltissimi dei quali sullo sterrato delle Strade Grigie.

Gli altri, quelli che hanno scelto il Medio e il Corto, hanno potuto prendersela con un po’ di più calma approfittando della partenza alla francese dilatata fino alle 10:00.

Il percorso Lungo però, nonostante la levataccia che ha richiesto, ha ripagato con gli interessi quelli che l’hanno scelto, regalando un concentrato indimenticabile di tutto quello che di straordinario offre agli amanti del gravel questo territorio.

La (poche) parti asfaltate si snodavano tutte su strade di campagna senza traccia di traffico, fatto salvo qualche trattore; i borghi come Libbiano, Querceto, Canneto sono apparsi come sospesi nel tempo e nello spazio, in cima alle colline che da secoli li custodiscono, luoghi ideali dove sostare a bere un caffè e godersi una pausa; le torri delle centrali geotermiche spuntavano di tanto all’orizzonte, come all’improvviso arrivava anche l’odore di zolfo tipico di di questo terreno sulfureo che pare abbia ispirato a Dante il suo Inferno; i tanti i boschi di querce e lecci sembravano usciti da una fiaba dei fratelli Grimm, o da un Parco Nazionale americano, senza quasi traccia di intervento umano, non fosse stato per le strade; e poi certo, soprattutto loro, le Strade Grigie, l’unicità delle colline metallifere che fa di loro un vero paradiso per il gravel con i suoi paesaggi lunari, chilometri e chilometri di queste strade che facevano dimenticare, assieme a tutto il resto, di essere in una Regione italiana nel XXI secolo.

Alla fine tutti, che si fossero cimentati sull’Ultra, sul Lungo, sul Medio o sul Corto, tutti si sono ritrovati di nuovo e per l’ultima volta al Piazzone di Pomarance.

Lì - mentre un acquazzone estivo accoglieva gli ultimi arrivi - c’è stato tempo per il pasta party e una (o più d’una) birra tutti assieme, condita dal racconto delle rispettive avventure.

 

Perché poi è questo lo spirito della GeoGravel Tuscany, il motivo per cui è stata pensata e l’idea con la quale, per il secondo anno, è stata organizzata.

Far vivere a tutti un fine settimana di festa, di sport e soprattutto di condivisione alla scoperta di un territorio magico come quello della geotermia toscana.